The car represents for me anything that I consider performative, in the way in which I think about my projects, my works, my images, because it allows me to always be active. Being in the car also means being able to get distracted by doing something dynamic. A bit like saying that you get ideas by drawing, but you are not actually drawing the idea. You are drawing something else. That is a good territory: if you trust it, it can give you things, that you already had. It just pulls them out.
I like to think about places as a set of rules that influence your experience on almost invisible levels. Those environments are actual studios on every level. Just as someone would design the place... what did Chatwin say? “The place where you work well.” Yes, with rules, and certain weather conditions that influence the way we live in those places.
Alessandro Di Pietro (Messina, 1987) lives and works in Milan.
L’automobile rappresenta per me tutto ciò che posso considerare performativo all’interno dell mia modalità di pensare i miei progetti, i miei lavori, le mie immagini, poiché mi consente di essere sempre attivo. Per me stare in macchina significa anche potermi distrarre dal lavoro con qualcosa che invece è dinamico. Come quando si dice che si disegna e poi ti vengono le idee. Ma non stai disegnando l’idea, stai disegnando qualcos’altro che probabilmente è un buon territorio diciamo dal quale, se ti fidi, vengono fuori delle cose, che hai già, e semplicemente le tira fuori.
Mi piace magari pensare al luogo come un insieme di regole che condizionano la fruizione e la visione anche a livelli quasi invisibili. Sono degli studi effettivamente a tutti gli effetti quegli ambienti. Sono un po’ come qualcuno progetterebbe, com’è che diceva Chatwin? “Il luogo in cui si lavora bene”. Quindi con delle regole e determinate condizioni atmosferiche che influenzano il vivere all’interno di questi posti.
Alessandro Di Pietro (Messina, 1987) vive e lavora a Milano.
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